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LA CASA IN ALTO

Strada lunga e stretta. Una volta passava il treno che andava verso la valle. Le case sono piccole fatte di legno e panelli di zinco o qualunque materiale si trova per far sentire che e una casa con quattro muri. Tutto e pulito ed organizzato. Nella necessità’ la gente e serena ed allegra. Tutto e’ pieno di colori. La casa e’ in alto. Per arrivarci si salgono scale ricavate nella terra rosa. Prima di arrivare devi superare un labirinto di stanze e spazi caotici fino ad arrivare ad un corridoio dove c e’ una scimmietta in catene che spaventa i clienti.



Lo sguardo e’ guardingo e cerca di toccarci ma la catena lo impedisce. Intanto mangia banana. Alla fine della salita spunta la casa. Ha due piani . Sul balcone una ragazza mora col suo bambino in braccia ci indica una scala piccola che porta al piano superiore. fi fa molta fatica a salire. I gradini sono corti e molto stretti..Li c e’ lei. La donna che legge il futuro nel suo sigaro.


E’ una donna di carnagione scura con occhi piccoli e cappelli molto corti. Il viso e’ pieno di rughe e i suoi denti sono del colore de tabacco che la accompagna da anni.La sua maglia blu messa al rovescio segna i suoi senni nudi che pendono verso terra. I suoi pantaloni corti puzzano come la sua bocca. E’ seduta in una sedia di vecchio legno. Vicino una tegola,a maniera di posacenere, piena di cicche spente,”morte” dopo aver predetto il futuro. Tra le sue gambe un grande secchio dove sputa saliva con resti di tabacco ed il fumo che riempie i suoi polmoni. E ‘ uno sputo che la libera.


Le ceneri piano piano come una mappa le raccontano la persona che sta davanti. Quando non hanno più niente da dire cadono a terra, in silenzio, senza più parole. C e’ una sedia davanti a lei. Chissà quante storie disperate, di amori non corrisposti, di vite sfortunate, di cuori tristi non avrà accolto quella sedia. C’e una piccola finestra che si apre verso le montagne custodita da un bellissimo gatto.


Durante tutto il rituale ascoltavo le voci di bambini giocando nel campetto di sotto. Era una canzone di sottofondo. C’era un altra stanza accanto.. sicuramente un altro mondo. Il suo mondo. Protetto e velato da una tenda trasparente diventata grigia dal tempo e dal fumo.


Guardavo lei più delle sue parole. Nella estenza nuvola di fumo che usciva quando espirava leggevo i miei pensieri. La luce del tramonto disegnava figure che soltanto io potevo vedere e capire. Una nuvola animata dal vento, dalla luce. Lenta e misteriosa.




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